Il primo libro mai scritto in italiano sui “Tre Classici del Taijiquan di Wang Wu e Li”.
Visto il successo della prima edizione, la seconda edizione è acquistabile anche su Amazon.
In questa seconda edizione del libro Valerio Bellone amplia alcuni argomenti cardine della pratica del Taiji Quan utili a completare la comprensione della materia trattata. Inoltre, al fine di fare abbracciare quanto più possibile l’argomento al lettore, è stato rivisto l’ordine di alcuni contenuti introduttivi e sono stati rimossi alcuni testi che non risultavano realmente utili al praticante.
Rimane invece inalterato il corpus del libro riguardante la traduzione e il commentario su quelli che in Cina sono tutt’oggi considerati i primi e più importanti tre manoscritti della storia del Taijiquan, quelli di Wang Zongyue, Wu Yuxiang e Li Yiyu.
La traduzione dei tre manuali originali è accompagnata da spiegazioni approfondite da un punto di vista pratico e linguistico. Ogni commento è inoltre supportato da chiarimenti di carattere filosofico e storico culturale che sono indispensabili per una corretta comprensione degli aspetti pratici.
SINOSSI
Da centinaia di anni in Cina si tramandano alcuni stili di combattimento e di autodifesa che sono stati definiti “interni” o “di alto livello” a seconda delle epoche. Uno di questi stili è il Taichi, termine adoperato come abbreviazione di Taichi Chuan o Taiji Quan, secondo l’attuale trascrizione pinyin. Tale sistema emerse originariamente dall’incontro di alcuni metodi marziali con le pratiche meditative e con quel complesso di metodi che oggi sono noti ai più come Qi Gong.
Nei tempi più remoti, quando non vi era alcuna codificazione formale, le conoscenze in ambito marziale non erano altro che una serie di esperienze emerse dalla pratica quotidiana. Queste, il più delle volte, venivano custodite gelosamente ed erano trasmesse solo ad alcuni prescelti all’interno dei monasteri o di alcuni gruppi familiari chiusi.
Con il passare del tempo alcuni Maestri lungimiranti si resero conto che l’unico modo per non fare morire le diverse arti emerse dalle esperienze che erano state tramandate per generazioni, era la creazione di una vera e propria scuola, ovvero un sistema codificato che spiegasse i diversi sistemi, così da poterli trasferire alle generazioni successive, senza che andassero perduti o venissero corrotti dal passaggio orale della conoscenza.
Nel contesto di quello che oggi chiamiamo Taiji Quan, codeste regole vennero messe per iscritto in forma di poesia ma nonostante ciò rimasero conosciute solo da pochi e i manoscritti esistenti vennero custoditi gelosamente. Tali testi venivano in genere affidati agli studenti più meritevoli o ai figli maschi primogeniti.
Per i motivi appena descritti l’antenato di quello che oggi chiamiamo Taiji rimase a lungo un’arte marziale oscura e conosciuta da pochissime persone, sino a scomparire del tutto in un’epoca non nota. Solo a partire dalla fine del 1800, grazie al contributo divulgativo delle prime tre generazioni della famiglia Yang, si ebbe un rapido aumento di interesse nei confronti del Taiji. Ma anche in questo caso non furono in molti a comprendere davvero l’essenza del sistema originale. Infatti, ancora una volta, i manoscritti del Taiji vennero mantenuti per lo più segreti. Bisognerà quindi aspettare la metà del 1900 per iniziare a vedere circolare in Cina il primo manoscritto originale, oggi detto “Classico del Taijiquan” (Taijiquan Jing) di Wang Zongyue.
Il primo libro mai scritto in italiano sui “Tre Classici del Taijiquan di Wang Wu e Li”.
Visto il successo della prima edizione, la seconda edizione è acquistabile anche su Amazon.
In questa seconda edizione del libro Valerio Bellone amplia alcuni argomenti cardine della pratica del Taiji Quan utili a completare la comprensione della materia trattata. Inoltre, al fine di fare abbracciare quanto più possibile l’argomento al lettore, è stato rivisto l’ordine di alcuni contenuti introduttivi e sono stati rimossi alcuni testi che non risultavano realmente utili al praticante.
Rimane invece inalterato il corpus del libro riguardante la traduzione e il commentario su quelli che in Cina sono tutt’oggi considerati i primi e più importanti tre manoscritti della storia del Taijiquan, quelli di Wang Zongyue, Wu Yuxiang e Li Yiyu.
La traduzione dei tre manuali originali è accompagnata da spiegazioni approfondite da un punto di vista pratico e linguistico. Ogni commento è inoltre supportato da chiarimenti di carattere filosofico e storico culturale che sono indispensabili per una corretta comprensione degli aspetti pratici.
SINOSSI
Da centinaia di anni in Cina si tramandano alcuni stili di combattimento e di autodifesa che sono stati definiti “interni” o “di alto livello” a seconda delle epoche. Uno di questi stili è il Taichi, termine adoperato come abbreviazione di Taichi Chuan o Taiji Quan, secondo l’attuale trascrizione pinyin. Tale sistema emerse originariamente dall’incontro di alcuni metodi marziali con le pratiche meditative e con quel complesso di metodi che oggi sono noti ai più come Qi Gong.
Nei tempi più remoti, quando non vi era alcuna codificazione formale, le conoscenze in ambito marziale non erano altro che una serie di esperienze emerse dalla pratica quotidiana. Queste, il più delle volte, venivano custodite gelosamente ed erano trasmesse solo ad alcuni prescelti all’interno dei monasteri o di alcuni gruppi familiari chiusi.
Con il passare del tempo alcuni Maestri lungimiranti si resero conto che l’unico modo per non fare morire le diverse arti emerse dalle esperienze che erano state tramandate per generazioni, era la creazione di una vera e propria scuola, ovvero un sistema codificato che spiegasse i diversi sistemi, così da poterli trasferire alle generazioni successive, senza che andassero perduti o venissero corrotti dal passaggio orale della conoscenza.
Nel contesto di quello che oggi chiamiamo Taiji Quan, codeste regole vennero messe per iscritto in forma di poesia ma nonostante ciò rimasero conosciute solo da pochi e i manoscritti esistenti vennero custoditi gelosamente. Tali testi venivano in genere affidati agli studenti più meritevoli o ai figli maschi primogeniti.
Per i motivi appena descritti l’antenato di quello che oggi chiamiamo Taiji rimase a lungo un’arte marziale oscura e conosciuta da pochissime persone, sino a scomparire del tutto in un’epoca non nota. Solo a partire dalla fine del 1800, grazie al contributo divulgativo delle prime tre generazioni della famiglia Yang, si ebbe un rapido aumento di interesse nei confronti del Taiji. Ma anche in questo caso non furono in molti a comprendere davvero l’essenza del sistema originale. Infatti, ancora una volta, i manoscritti del Taiji vennero mantenuti per lo più segreti. Bisognerà quindi aspettare la metà del 1900 per iniziare a vedere circolare in Cina il primo manoscritto originale, oggi detto “Classico del Taijiquan” (Taijiquan Jing) di Wang Zongyue.
Classici Taichi
1ª edizione (esaurita / fuori produzione)
La prima edizione cartacea del libro “I Classici del Taichi” di Valerio Bellone è esaurita.
Puoi acquistare la seconda edizione su Amazon.
Dettagli prodotto
Titolo: I tre Classici del Taijiquan di Wang, Wu e Li – Traduzione e commentario
Editore: Auto pubblicazione – Prima edizione (ottobre 2022)
Autore: Valerio Bellone
Lingua: Italiano
Copertina: Flessibile
Pagine: 528
Formato: 17 x 24 cm
Peso: 1 kg
ISBN: 979-12-210-1413-6